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Sulle note di Chopin e Liszt con Marco Arcieri

Giovedì 5 dicembre 2019 si è tenuto nel Salone della Musica un concerto del Maestro Marco Arcieri che ha proposto ai nostri Soci pezzi di Chopin e Liszt:

Fryderyk Chopin
Fantasia – Improvviso
Notturni op. 15 n. 1, n. 2
Studi op. 10 n. 1, n. 5

Franz Liszt
Studio da concerto “Un sospiro”

Fryderyk Chopin
Valzer op. 34, n. 2
Scherzo op. 20

 

Marco Arcieri è nato a Roma dove ha compiuto i suoi studi musicali, prima alla Filarmonica Romana sotto la guida del Maestro Mons. Pablo Colino, poi con vari pianisti concertisti ed accademici, in Italia e all’estero.

Il Maestro Arcieri è un interprete della musica di Chopin unico nella sua esclusiva focalizzazione sulle opere del grande compositore polacco. Pur avendo mostrato fin dagli esordi un gran talento musicale, il pianista ha seguito anche un’altra passione, quella dell’ingegneria. Coltivando costantemente la musica e l’approfondimento del grande musicista polacco, ha condotto il suo studio di progettazione fino a cinque anni fa quando lo ha chiuso per potersi dedicare a tempo pieno allo studio e all’esecuzione della musica di Chopin. Solo da poco quindi egli condivide con il pubblico questo studio di una vita.

Riconosciuto come sensibile e raffinato interprete, Marco Arcieri è stato scritturato per eseguire come unico solista la completa opera pianistica di Chopin nel castello di Luigi Ferdinando di Prussia a Berlino dove eseguirà due concerti all’anno fino a completare l’opera omnia del suo compositore preferito.

Marco Arcieri studia i testi musicali chopiniani sul suo Pleyel del 1845 identico a quello su cui Chopin stesso compose e suonò: questo gli permette di ascoltare quella musica con la stessa sonorità, gli stessi colori e timbri che il compositore riceveva al proprio orecchio e al cuore da quello strumento. Il Pleyel che Marco Arcieri suona per provare i pezzi è stato restaurato da lui stesso smontando completamente la meccanica, molto diversa dagli attuali pianoforti. Chopin descriveva il pianoforte come il suo “secondo io” e si può sentire, quando si ascolta Marco Arcieri, che anch’egli, allo strumento, diventa una unità con il pianoforte.

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