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Presentazione del libro di Luigi Mazzella “Federico Fellini, realista e visionario – L’armoniosa complessità di un genio del cinema”

Lunedì 20 gennaio, alle ore 19, avrà luogo al Circolo degli Esteri la presentazione del libro di Luigi Mazzella” Federico Fellini, realista e visionario – L’armoniosa complessità di un genio del cinema“.

Sarà presente l’Autore.

Interverranno Pupi Avati e Umberto Vattani.

Fra tutti i registi del suo tempo, pur essendo quello meno propenso a seguire Suna sceneggiatura predeterminata, Federico Fellini è colui che più si apparenta con una chiara visione letteraria o per meglio dire è l’autore che può interpretarsi agevolmente in chiave poetica. E se si fa riferimento appunto alla poesia, la filiazione più diretta e immediata è con l’opera di Giacomo Leopardi. Partiamo allora proprio dall’ultimo film, “La voce della luna”, laddove il riferimento al poeta recanatese è apertamente richiamato, vissuto per così dire in prima persona dal personaggio della storia essendo egli stesso un poeta.

E poi il titolo che richiama la luna, anche in un’epoca in cui l’astro è stato prosaicizzato dall’uomo, non è privo di significato. La luna resta un mistero affascinante, il luogo dell’anima al quale farsi per capire se stesso e gli altri. È la luna leopardiana che “posa queta sovra i tetti e in mezzo agli orti”, che induce all’esclamazione sognante del pastore stupito che chiede appunto “che fai luna in ciel, dimmi che fai…”. Ma al di là della forma è la sostanza di un destino che ci fa pensare al grande Giacomo. Il sogno del viaggio a Roma leopardiano si riverbera nell’aspirazione di Morando a lasciare la provincia romagnola e la delusione del poeta recanatese nel soggiorno romano è riconducibile alla constatazione dell’abiezione civile e morale che riscontrerà il protagonista felliniano nella capitale, pur fagocitato dalle mille luci di Via Veneto. Solo la poesia può aiutare a vivere perché è memoria viva e attiva: “le ricordanze” sono il vero e forse unico bagaglio inconsumabile dell’individuo. E tutto si riac­cende e rinnova finalmente se si ritrova la capacità di risalire all’innocenza del passato“.

Dall’Introduzione di Antonio Filippetti

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