vai al contenuto principale
Inaugurazione del Circolo 1937
L’inaugurazione del Circolo, 30 maggio 1937 – immagini dell’archivio dell’Istituto Luce

“La memoria collettiva possiede una naturale, seppure impalpabile, forza agglutinante, esercitando delle suggestioni in chi (…) crede nel valore spesso non banale, né effimero delle cose accadute. Anche un Circolo sportivo, come quello degli Esteri, può essere un luogo della memoria se si tiene conto della storia di cui è stato partecipe, dei rapporti umani che esso racchiude, della comunanza di vita e dello spirito sodale che ne derivano, del fervore di idee e di iniziative condivise rivolto a promuovere le sue molteplici attività, del comune debito di riconoscenza verso quanti, nel corso degli anni, ne hanno guidato le sorti, accrescendone il patrimonio”.

Tratto da “Se il tempo è memoria” di Antonio Ciarrapico in Il Circolo del Ministero degli Affari Esteri, Gangemi editore, Roma 2008.

F. Di Fausto, prospettiva sul Lungotevere della Palazzina sociale, 1934

Analogamente a quella degli altri circoli sorti lungo le sponde del Tevere nei primi decenni del ‘900, la costruzione del Circolo degli Esteri si iscrive nel contesto dell’intenso rapporto che gli abitanti di Roma intrattenevano con il loro fiume. Grazie al suo ampio alveo, al suo placido fluire e alle acque non ancora inquinate, il Tevere era particolarmente idoneo per attività balneari e sportive. Il canottaggio era in quegli anni uno degli sport più popolari a Roma e nel Tevere venivano frequentemente organizzate gare collettive di nuoto.

Su questo sfondo avviene dunque la scelta della collocazione della sede del Circolo degli Esteri, la cui nascita si deve ad un’idea in gestazione fin dagli anni ’30, ma la cui concreta realizzazione va attribuita essenzialmente a Galeazzo Ciano, il quale fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi, nel luglio 1936, diede un decisivo impulso all’approvazione del progetto ed all’esecuzione delle opere. Il Circolo venne inaugurato il 30 maggio 1937 e comprendeva inizialmente, oltre alla palazzina e al galleggiante, due campi da tennis e la piscina. Esso rappresentò una interessante novità sotto il profilo sociale poiché metteva in luce l’altro volto del Ministero rispetto a Palazzo Chigi: ai toni ovattati e severi di quest’ultimo, il Circolo contrapponeva un’atmosfera gaia e cordiale ed al contempo sobria ed elegante. Il decennio successivo, segnato dagli eventi bellici, vide una riduzione progressiva delle attività fino alla loro totale cessazione durante l’occupazione tedesca della capitale. Dal 1944 la sede del Circolo, alla stregua di una preda di guerra, venne requisito per due anni. Solo verso la fine del 1946 fu definitivamente restituita al Ministero e le attività ripresero e rifiorirono rapidamente.

Alla fine degli anni ’40 il Circolo degli Esteri si conquistò l’ingresso nella serie A di pallanuoto e a seguito di ciò la sezione nuoto fu ceduta alla A.S Roma. Negli anni ’50 si ampliò l’area disponibile, con l’acquisto di un contiguo terreno appartenente al Ministero dell’Agricoltura, e furono sensibilmente migliorate le strutture. Iniziò un periodo “glamour” per il Circolo, che si protrasse per circa un decennio. Il ruolo assunto dalla Roma della “dolce vita”, capitale del cinema, ma anche grande centro di mondanità ebbero infatti una ricaduta anche sulla vita del Circolo che, grazie alla sua eleganza e signorilità, attirò grande attenzione anche tra le movie people, che si trovavano a Roma per girare dei film o che vi fissavano la propria dimora, come Audrey Hepburn, che aveva sposato Andrea Dotti, socio del Circolo. Nicola Petrangeli, allora al top della carriera si allenava sui nostri campi.

Alla fine degli anni 50 il Ministero degli Esteri si trasferì nella nuova sede della Farnesina. La maggiore vicinanza alla sede Circolo ne favorì l’utilizzo per scopi di rappresentanza, sia a livello ufficiale, quale alternativa minore rispetto a Villa Madama, sia ad uso dei soci per cerimonie private. L’incremento delle attività di rappresentanza favorirono negli anni 60 e 70 l’avvio di una linea evolutiva che sarebbe culminata in uno straordinario, ulteriore arricchimento del Circolo dal punto di vista estetico e ornamentale, oltre che sotto il profilo pratico e funzionale.

Nell’ultimo scorcio del XX secolo, proliferò a Roma la costruzione di strutture sportive e aumentò la competizione fra i circoli esistenti, ciascuno dei quali cercava di migliorare la propria immagine e di accrescere il proprio prestigio. L’appartenenza ad un Circolo assumeva, del resto, il valore di uno status symbol. In questa rincorsa generale verso opere di rinnovamento il Circolo degli Esteri ha saputo creare un ambiente vivo e ricco di attrazioni, offrendo ai Soci un’ampia offerta sportiva e culturale e svariate forme di intrattenimento sociale, al contempo mantenendo fino a oggi lo stesso profilo identitario, di eleganza e sobrietà. Sono state realizzate importanti opere di ampliamento dei locali della sede, di rinnovamento degli impianti sportivi e restauro e trasformazione degli interni della Palazzina storica. Il Circolo è stato inoltre arricchito con l’esposizione di una prestigiosa collezione d’arte che rende a tutt’oggi la sede del sodalizio un “unicum” nel panorama dei Circoli romani.

Torna su
Cerca